Dopo tante parole, è tutto pronto: il piano di transizione verso l’Industria 5.0 è pronto a partire e (per ora sulla carta) promette di rivoluzionare la concezione attuale dei processi produttivi.
Concetti chiave sono la collaborazione uomo-macchina e la sostenibilità ambientale.
Come verranno implementati e come verranno supportati gli investimenti che dovranno essere sostenuti dalla macchina industriale italiana per adeguarsi al nuovo paradigma?
In questo articolo approfondiremo i pilastri dell’Industria 5.0, così da capire i benefici concreti per le imprese e quali sono gli incentivi fiscali previsti dal Piano Transizione.
Cos’è l’Industria 5.0?
Quello di Industria 5.0 è un nuovo modello industriale che si basa sulla collaborazione uomo-macchina, sulla personalizzazione della produzione e sulla sostenibilità ambientale.
Vediamo più nel dettaglio le direttrici di questo nuovo paradigma:
- produzione personalizzata – L’Industria 5.0 integra nella catena produttiva la creazione di prodotti e servizi su misura per le esigenze specifiche di ogni cliente, garantendo una maggiore flessibilità e puntando ad una maggiore soddisfazione del mercato;
- fabbriche intelligenti – L’integrazione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, la robotica (come le isole che progettiamo in Robofeed) e l’IoT (Internet of Things) permette di ottimizzare i processi produttivi, incrementando l’efficienza e la qualità;
- lavoro collaborativo – L’uomo e la macchina lavorano fianco a fianco in un ambiente sicuro e collaborativo, valorizzando le competenze umane e alleggerendo i compiti più ripetitivi;
- sostenibilità ambientale – L’Industria 5.0 pone al centro la tutela dell’ambiente, promuovendo l’utilizzo di energie rinnovabili, la riduzione degli sprechi e l’adozione di processi ecocompatibili.
Rispetto a Industria 4.0 l’approccio è più human centric : le macchine sono sempre parte fondamentale del processo produttivo ma vengono delegate maggiori responsabilità alla componente umana. Il lavoratore diventa il direttore d’orchestra di un processo la cui asticella qualitativa si pone sempre più in alto.
Industria 5.0 e Piano Transizione
Il governo italiano ha lanciato il Piano Transizione 5.0: un’iniziativa ambiziosa per accompagnare le imprese verso un modello industriale più efficiente, Industria 5.0, le cui parole chiave sono resilienza e rispetto dell’ambiente.
Nato come decreto legge 19/2024 e convertito poi in legge 56/2024 con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Piano Transizione è regolamentato sotto il nome di “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”.
Obiettivo principale di questo piano è sostenere gli investimenti in digitalizzazione e innovazione tecnologica, con un occhio di riguardo alla formazione del personale.
Perché proprio gli investimenti in questi campi? Perché Industria 5.0 fonda il proprio paradigma su tre aspetti principali:
- creare un modello di Collaborative Industry, dove uomo e macchina collaborano per offrire prodotti e servizi personalizzati, in linea con le esigenze di ogni cliente;
- concretizzare la transizione green, riducendo l’impatto ambientale delle attività produttive e perseguendo gli obiettivi dell’Agenda 2030;
- rafforzare il Made in Italy, valorizzando le competenze e il talento dei lavoratori italiani, per un futuro manifatturiero più competitivo a livello globale.
Come funziona il Piano Transizione 5.0?
Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’opportunità unica per le aziende italiane. Un’occasione per rinnovarsi, crescere e affermarsi come protagoniste nel panorama industriale globale.
Per sostenere la macchina industriale italiana, allora, il governo ha predisposto un sistema strutturato di crediti d’imposta legati all’adozione di “tecnologie Industria 5.0”.
Il focus è su tre fronti:
- acquisizione di beni strumentali – investimento in almeno uno dei beni strumentali materiali e immateriali previsti dal piano (macchinari, impianti e software di ultima generazione, incluse le soluzioni automatizzate progettate da Robofeed), includendo questi beni in un progetto di innovazione che comporti una riduzione di almeno il 3% per la struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale oppure ad almeno il 5% dei consumi energetici dei processi interessati;
- sistemi di autoproduzione e autoconsumo di energia – come gli impianti fotovoltaici;
- formazione del personale – con riferimento alle spese per lo sviluppo e il consolidamento di competenze specialistiche per gestire al meglio le tecnologie legate alla transizione digitale ed energetica.
Industria 5.0: i vantaggi per le aziende
Perché un’azienda dovrebbe scegliere di investire per raggiungere una struttura in linea con i parametri previsti da Industria 5.0?
Innanzitutto il nuovo paradigma permette un aumento della competitività: l’Industria 5.0 favorisce l’adattamento alle mutevoli esigenze del mercato, incentivando la differenziazione dalla concorrenza e la conquista di un vantaggio competitivo duraturo.
Inoltre l’ottimizzazione dei processi e l’utilizzo di tecnologie innovative e soluzioni automatizzate si traducono in una maggiore efficienza, produttività e redditività.
Non solo: l’automazione (ad esempio attraverso l’integrazione di isole robotizzate) e la digitalizzazione permettono di abbattere i costi di produzione e di ottimizzare l’utilizzo delle risorse.
La capacità di offrire prodotti personalizzati e sostenibili apre le porte a nuovi mercati e a nuove opportunità di business.
Infine l’Industria 5.0 pone al centro le competenze e la creatività dei lavoratori, investendo nella loro formazione e crescita professionale, con una sensibile valorizzazione del capitale umano.
Come accedere agli incentivi fiscali?
Il Piano Transizione 5.0 prevede un sistema di crediti d’imposta per le aziende che investono in tecnologie e soluzioni dedicate all’Industria 5.0. La percentuale del credito d’imposta varia in base alla riduzione dei consumi energetici ottenuta, potendo arrivare fino al 45% degli investimenti effettuati.
Affinché si possano avviare le richieste di incentivi, bisognerà ancora attendere l’emanazione dei decreti attuativi, che forniranno le indicazioni necessarie a calcolare il risparmio energetico conseguito dalle imprese con i nuovi investimenti e, contestualmente, definire la platea dei soggetti abilitati a compilare le certificazioni.
Insieme ai decreti attuativi verrà resa operativa anche la piattaforma attraverso la quale sarà possibile inviare le comunicazioni al GSE.
Per richiedere gli incentivi, una volta predisposte le piattaforme, sarà necessario presentare una domanda all’Agenzia delle Entrate, corredata dalla documentazione che attesta l’avvenuto investimento e il conseguimento dei requisiti previsti.
Nel frattempo, per agevolare le future richieste, è importante che le fatture emesse per acquisti, leasing e DDT, contengano la dicitura “Bene agevolabile ai sensi della Legge 178/2020, art. 1, commi da 1054 a 1062, così come modificata dalle legge 234/2021 nel rispetto di quanto stabilito dalla Legge 56/2024, art. 38”.
Industria 5.0 e Robofeed: un binomio vincente
Entrare a far parte dell’Industria 5.0 significa abbracciare un futuro produttivo più efficiente, sostenibile e resiliente. Un’opportunità da cogliere al volo per le aziende che vogliono rimanere competitive e prepararsi alle sfide del mercato globale.
Robofeed, specializzata nelle soluzioni automatizzate per l’asservimento di macchine CNC, offre alle aziende la tecnologia e il know-how necessari per integrare i principi dell’Industria 5.0 nei propri processi produttivi.
Perché scegliere Robofeed? Le nostre soluzioni:
- Aumentano la flessibilità e l’efficienza produttiva.
- Riducono i costi e gli sprechi.
- Migliorano la qualità dei prodotti.
- Favoriscono la collaborazione uomo-macchina.
Inoltre, gli investimenti in soluzioni Robofeed possono rientrare negli incentivi previsti dal Piano Transizione 5.0.
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